Aprile 2015
I volontari del Gruppo Veg APS, alla luce delle recenti dichiarazioni dei vari comprensori di caccia, in particolare quello di Morbegno, in cui si punta ad una liberalizzazione della caccia a questi animali, si sentono in dovere di ribadire un no secco ad un allargamento della caccia.
I volontari del Gruppo Veg APS, alla luce delle recenti dichiarazioni dei vari comprensori di caccia, in particolare quello di Morbegno, in cui si punta ad una liberalizzazione della caccia a questi animali, si sentono in dovere di ribadire un no secco ad un allargamento della caccia.
Seguendo le finalità del nostro statuto ribadiamo la nostra
contrarietà a tale pratica, visto che la
caccia in Italia e quindi anche in provincia di Sondrio, è una pratica fin
troppo diffusa, a discapito della contrarietà di oramai 4/5 della popolazione
italiana ed allargarla rappresenterebbe un precedente pericoloso.
Come associazione ricordiamo che i cinghiali sono stati
liberati proprio con l’intento di arrivare a questo risultato, quindi un cedimento
rappresenterebbe magari la possibilità di aprire la caccia anche ad altre
specie di animali, che potrebbero, loro malgrado, essere liberate nei nostri
territori, come già accaduto per i cinghiali.
Circa i danni che arrecherebbero questi animali, alle colture
agricole, l’unico metodo è quello delle recinzioni, anche elettrificate, cosicché
siano una barriera sicura, oltretutto ciò rappresenterebbe un plus non solo per
salvaguardare le colture dai cinghiali ma da tutti gli animali.
Oltretutto molti agricoltori si lamentano per il fatto che sono proprio i cacciatori ad invadere i loro terreni, senza tanti complimenti, quindi le recinzioni aiuterebbero anche in tal senso.
Oltretutto molti agricoltori si lamentano per il fatto che sono proprio i cacciatori ad invadere i loro terreni, senza tanti complimenti, quindi le recinzioni aiuterebbero anche in tal senso.
Sulla pericolosità per le persone questa si tratta perlopiù
di una leggenda metropolitana, visto che i cinghiali non sono animali
pericolosi ne tantomeno aggrediscono l’uomo per capriccio, possono farlo se feriti
e solo per legittima difesa ma sono casi rarissimi.
E basta invece leggere l’ultimo bollettino dell’Associazione
Vittime della Caccia, per scoprire che solo nell’ultima stagione venatoria ci
sono state almeno 88 vittime, di cui 22 morti e 66 feriti, di questi 4 morti e
21feriti fra i civili, di cui anche 3 bambini.
Peccato che questi dati non
vengano molto diffusi ma si pensi quasi sempre e solamente a puntare il dito
contro i cinghiali che sarebbero l’origine di gran parte dei mali della nostra
provincia.
Ma se andiamo a vedere la situazione generale, non solo
nella nostra provincia, anni di abbattimenti non hanno portato ai risultati
sperati, errare è umano ma perseverare con questi metodi è sbagliato.
Se andiamo a vedere la situazione nel Cantone Ginevra, dove qui
la caccia è stata abolita da 40 anni, dopo un iniziale aumento della
popolazione di alcune specie animali, ne è seguita un autoregolazione e tutti
sono concordi nel ritenere che in un ambiente naturale, intervenire in modo
così invasivo come con la caccia, spesso porta ai risultati opposti perché si
squilibra completamente un ambiente che, nei suoi se e nei suoi ma, ha trovato
un equilibrio , seppure precario, sempre più naturale dell’artificiosità della
caccia e degli abbattimenti vari.
Con la caccia gli animali istintivamente si sentono minacciati e tendono a mangiare di più ed a riprodursi in modo incontrollato, visto che la loro specie è pesantemente minacciata; non è un comportamento solo animale, anche noi esseri umani lo faremmo se fossimo minacciati in questo modo.
Con la caccia gli animali istintivamente si sentono minacciati e tendono a mangiare di più ed a riprodursi in modo incontrollato, visto che la loro specie è pesantemente minacciata; non è un comportamento solo animale, anche noi esseri umani lo faremmo se fossimo minacciati in questo modo.
Pertanto occorre mettere un freno alla liberalizzazione
degli abbattimenti, la nostra bellissima valle vuole essere nota per gli
splendidi scenari naturali e non per essere una valle dell’allegra, solo per
qualcuno, caccia e provare ad usare metodi di contenimento diverso, oltre alla
già citate reti:
sterilizzazione chimica, foraggiamento dissuasivo, campi
coltivati a perdere, recinti odorosi, reti di protezione, segnaletica stradale,
dispositivi ottici riflettenti ecc.
Il Consiglio Direttivo dell’associazione Gruppo Veg APS
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